In Italia ogni giorno vengono firmati milioni di contratti, ed ognuno di essi è disciplinato dalla legge vigente. Tra i più importanti diritti per il consumatore vi è il diritto di recesso o di ripensamento, creato proprio per favorire quella che in termini contrattuali è definita “parte debole”.

Cos’è il DIRITTO DI RECESSO?
Il diritto di recesso o volgarmente “ripensamento” permette al consumatore di sciogliere il contratto d’acquisto di un bene o di un servizio.

Come funziona?
Tale diritto consente di cambiare idea sull’acquisto effettuato, senza dover dare alcuna motivazione.
Il consumatore ha la possibilità di recedere unilateralmente dal contratto restituendo il bene acquistato o risolvendo il contratto.

Entro quando è possibile effettuarlo?
Stando a quanto scritto sul sito del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), Il diritto di recesso in ambito e-commerce può essere esercitato nel termine di 14 giorni. Relativamente all’ambito assicurativo si può esercitare entro 15 giorni.
Le polizze vita hanno una regolamentazione un po’ particolare in quanto a tutela del contraente vengono dati 30 giorni per usufruire del Diritto di Recesso.

Quali sono gli obblighi che la Compagnia è tenuta a rispettare?
Essendo il contratto ormai nullo, la compagnia è tenuta a restituire le somme versate con il diritto di trattenere l’imposta sostitutiva dell’IVA (le spese gestionali del contratto), il contributo SSN e la quota corrispondente all’arco di tempo per il contratto è rimasto in vigore.
Se la stessa ostacola l’esercizio del diritto di recesso o non rimborsa le somme eventualmente pagate, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro. Tali importi possono essere raddoppiati in casi di particolare gravità.

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