L’amore degli italiani per il mondo animale non è un segreto. Le stime dicono che, ad oggi, nelle nostre case ci sono 62,1 milioni di animali domestici, di cui circa 8,2 milioni di cani e 7,9 milioni di gatti (quattordicesimo rapporto Assalco-Zoomark).
Le famiglie che possiedono un animale domestico sono 12,2 milioni e, di fatto, si tratta della metà di tutte le famiglie italiane censite dall’Istat, che sono 25 milioni e 700 mila ma…
Quanti di questi animali risultano assicurati?
Stando alle stime del 2020, solo il 15% degli italiani proprietari di un animale domestico lo ha assicurato. Sono numeri che fanno riflettere, anche in virtù di eventuali danni che i nostri amici animali possono provocare a terzi.
Esistono soluzioni assicurative per questi casi? SI!
La polizza RC del capofamiglia, che considera “famiglia” anche l’animale domestico. Questa assicurazione copre in caso di danni provocati a terzi dai membri della tua famiglia.
Ok, ma nella pratica come funziona? Facciamo un esempio
Supponiamo di ricevere una denuncia per un danno provocato dal nostro cane.
La prima cosa da fare è trasmettere tempestivamente all’agenzia ogni richiesta risarcitoria ricevuta nonché tutta la documentazione connessa all’evento dannoso (fatture attestanti il danno, immagini, fotografie ecc…), in modo da consentire all’assicuratore di avere tutte le informazioni necessarie per aiutarci . L’agenzia provvede ad aprire la pratica e gestirà tutte le procedure e gli accertamenti, mettendosi in contatto con noi e seguendoci passo dopo passo.
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Quando si parla di responsabilità civile, si pensa in genere alla macchina o alla professione lavorativa; eppure, la polizza RC abbraccia numerosi settori e può aiutarci nella vita di tutti i giorni. Un caso su tutti è sicuramente l’assicurazione RC del Capofamiglia.
Cosa “copre” la Capofamiglia?
Questa polizza opera a tutela dell’integrità del patrimonio nel caso in cui, nell’ambito della vita privata, il capofamiglia e/o un membro del nucleo (animali inclusi) provochino un danno ad un terzo.
La dicitura “vita privata” è da intendersi nel senso più ampio possibile, infatti, l’assicurazione copre anche qualora si provochi un danno ad un terzo durante lo svolgimento dell’attività sciistica. Non si esaurisce qui l’effetto della polizza.
L’esempio dello sci non è una casualità perché da quest’anno, come da disposizioni di legge, ogni individuo che voglia usufruire degli impianti sciistici deve essere fornito di una polizza di Responsabilità Civile oltre che del buon senso sempre utile da portare con sé in tutte le occasioni.
Come tutela gli animali domestici?
Altra caratteristica della polizza da non sottovalutare è relativa agli animali domestici: qualora il tuo animale, membro onorario del tuo nucleo, provochi un danno ad un terzo, interviene la polizza a fronte del risarcimento che potrebbe essere richiesto.
Micromobilità?
Altro ambito di operatività della polizza è sicuramente la micro-mobilità.
Opera per i mezzi che appartengono a questa categoria come: bici, monopattino, roller, skateboard tutelando il patrimonio della famiglia da qualunque danno provocato a Terzi nella loro conduzione in strada.
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“CASA DOLCE CASA”
Quanto ci è cara la nostra abitazione? Per tutti la risposta sarà “Molto”, ma siamo sicuri di prenderci buona cura di essa? Stando ai dati del 2019 di ANIA, solo il 46% delle abitazioni risulta assicurato e, un’assicurazione su quattro risulta essere stipulata poiché richiesta per l’erogazione del mutuo.
Ma sappiamo dare il giusto peso al rischio Incendio?
La scarsa propensione all’acquisto di una copertura per la casa è attribuibile principalmente al basso rischio percepito dalle persone per alcune eventualità, come ad esempio l’incendio.
Dando un’occhiata alle statistiche ISTAT, la paura maggiore per gli italiani si focalizza nel rischio di furto a discapito dell’incendio, quando in verità, statistiche alla mano, la proporzione tra probabilità di incendio e danno medio causato dal fuoco sono maggiori rispetto a quelle del furto in casa.
Cosa dicono i dati sugli incendi
Nel 2021, i Vigili del Fuoco hanno effettuato circa 39.652 interventi per incendi alle case. In circostanze simili, le spese da sostenere per la casa potrebbero essere onerose ma soprattutto evitabili con l’acquisto di una polizza casa.
Basti pensare al costo medio di ricostruzione al m3 che può arrivare anche a 500€ a seconda del tipo e della durata dell’incendio.
Nel calcolo sopra citato non bisogna scordarsi che, in caso di incendio, i danni non si riversano solo sulla nostra abitazione ma, spesso e volentieri, coinvolgono gli altri appartamenti e il caseggiato (danni da fumo, incendio piani e appartamenti limitrofi) e in questo caso dovremmo provvedere di tasca nostra a rimborso.
Un altro fattore che gioca a sfavore dell’acquisto della polizza è che viene percepita come dispendiosa quando in realtà esistono soluzioni alla portata di tutti e su misura dell’abitazione.
E tu come proteggi la tua casa?
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Fonti: articoli pubblicati dall’ANIA e dall’annuario ufficiale dei Vigili del Fuoco
In Italia, secondo Ania, 8 italiani su 10 sono proprietari di un’immobile, ma meno della metà di essi hanno un’assicurazione per proteggere il loro bene.
Sappiamo tutti che la casa è fonte di gioia e bei ricordi ma, è altresì fonte di “dolore” quando dobbiamo occuparci dei lavori di manutenzione o degli imprevisti che ogni tot si presentano.
Ma come ci possiamo preparare per questi imprevisti?
Come possiamo proteggerci?
Non esiste una formula segreta o qualche trucco speciale per azzerare la possibilità di un imprevisto, ma di certo è possibile cercare di minimizzare la possibilità di “incidenti” o almeno tutelare il nostro conto in banca per i danni che il nostro immobile potrebbe “provocare” a se stesso e agli immobili circostanti.
Da buoni assicuratori il primo consiglio è quello di stipulare un’assicurazione a tutela dell’abitazione ma molti si chiedono: Quanto costa? Mi copre se succede qualcosa?
Di seguito ti mostriamo un esempio di sinistro accaduto a un nostro assicurato.
IL FATTO
Il signor Marco, nostro assicurato reale, mentre è in vacanza viene contattato dall’amministratore di casa perché all’altezza del suo appartamento si è staccata parte della facciata che è caduta su delle auto in sosta.
IL DANNO
L’assicurato, rientrato a casa insieme al perito, scopre che il suo impianto idraulico ha avuto una perdita causando:
– danno alla facciata;
– danno alle auto;
– danno all’appartamento sottostante;
TOTALE 36.000 €
RIPRISTINO DEL DANNO
Il proprietario dell’abitazione ha in vigore un’assicurazione pagata 200 € annui e, grazie ad essa, non ha sborsato 1 € per il ripristino dei danni provocati.
Una volta analizzata e letta la situazione del nostro cliente vi chiediamo:
Voi avreste 36 000 € per far fronte al rimborso dei danni?
Questa domanda può permetterci di ragionare e pensare all’assicurazione non come una spesa da sostenere tutti gli anni ma come un investimento che in caso di “incidente” ti permetta di avere “un assegno” pronto a sostenere le spese per i danni causati.
Un Rapido Calcolo
Il nostro assicurato ha ricevuto 36 000 € a fronte di 200€ pagati. Quale investimento bancario azionario o altro per la cifra spesa vi offre un ritorno del genere?
NESSUNO, il nostro obiettivo non è quello di spaventare i potenziali assicurati ma quello di proporgli una visione diversa delle assicurazioni basata sull’ottica del vivere sereni e che qualunque cosa succeda si è tutelati.
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In Italia parlare di assicurazioni sulla morte è un tabù e questo lo sappiamo tutti perché almeno una volta ci siamo ritrovati a “toccare ferro” o a fare scongiuri. Mettendo da parte il fato, è utile però pensare alle conseguenze che potrebbero accadere in caso di prematura scomparsa di una persona analizzando il lato meramente economico all’interno della Sua famiglia per esempio.
Di seguito spiegheremo alcuni casi in cui sarebbe auspicabile avere un’assicurazione TCM in vigore.
CASO 1 – Genitore con uno o più figli a carico
In tutte le famiglie, normalmente, sono i genitori quelli che contribuiscono in maniera importante al reddito familiare e spesso con la “perdita” di queste figure la famiglia non riesce a mantenere l’equilibrio economico che aveva in precedenza.
L’assicurazione Temporanea Caso Morte di certo non è la soluzione per colmare la mancanza affettiva di una persona ma, permette di ovviare ai problemi economici che potrebbero derivare dalla mancanza di uno stipendio. Purtroppo, nonostante la perdita subita i costi che devono essere sopperiti dalle altre figure all’interno della famiglia rimangono e creare uno “scudo” a protezione del bene più caro che abbiamo è una valutazione che andrebbe sempre fatta.
CASO 2 – Debiti in corso
Ci sono molti casi in cui una persona si impegna a pagare un debito rateizzato, vediamo per esempio il mutuo per l’acquisto di una casa o il finanziamento per l’acquisto dell’auto, ma cosa succede a questi “debiti appesi” in caso di premorienza di colui che gli ha stipulati?
La risposta è abbastanza semplice ed intuitiva: ricadono sugli eredi della persona scomparsa ma, nel caso in cui queste persone non avessero i soldi per estinguere i vari debiti si ritroverebbero a rinunciare a immobili, auto ecc… su cui magari il defunto aveva già provveduto a coprire parte delle rate.
In questo caso è utile pensare alla possibilità stipula, da parte di chi firma i contratti di debito, di un’assicurazione TCM che vada a colmare la parte restante del debito in caso di sua prematura scomparsa ed eviti così l’accollo dell’impegno economico da parte degli eredi.
CASO 3 – Figura chiave all’interno di un’impresa
In ogni impresa, che sia essa familiare o di capitali, ci sono delle figure chiave di cui il processo produttivo non potrebbe mai fare a meno nel breve periodo, perché sono indispensabili per il successo economico dell’azienda, il famoso KEYMAN.
Ma cosa accadrebbe se di punto in bianco questa persona venisse a mancare? Economicamente parlando, si creerebbe un buco all’interno del processo produttivo che metterebbe in difficoltà l’azienda poiché la persona scomparsa era il fulcro del ciclo produttivo. È necessario quindi, cercare di garantire la continuità economica dell’impresa, per esempio, con la stipula di un’assicurazione TCM che, in caso di morte della figura chiave, liquidi un capitale per far fronte al periodo di assestamento aziendale.
Ora in maniera generale abbiamo capito a cosa serve una polizza TCM e quali possono essere i suoi scopi ma, Quanto costa un’assicurazione TCM? Vieni sul nostro portale Myinsurer® e scopri la soluzione più adatta a te. Non vuoi acquistare nulla ma avere solamente un’idea dei capitali e dei prezzi?
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L’assicurazione temporanea Caso morte, più comunemente conosciuta con la sigla TCM, è una polizza che per un tempo limitato offre una copertura per il rischio morte.
La TCM garantisce una protezione per tutta la durata del contratto, offrendo un capitale prestabilito in caso di premorienza dell’assicurato.
Lo scopo di questo contratto assicurativo è di proteggere economicamente i propri cari dall’improvvisa mancanza di un reddito all’interno del nucleo familiare. Questo strumento viene spesso usato quando si ha un importante finanziamento in atto (mutuo), o quando il reddito familiare dipende in larga parte da una sola persona del nucleo familiare.
Ma vediamo quali vantaggi può dare in un caso pratico.
Esempio:
Il signor Mario compra una casa dal valore di 100.000 € chiedendo un prestito alla Banca per l’intero ammontare. Un anno dopo la sottoscrizione del mutuo, il signor Mario viene a mancare a causa di un’incidente stradale. Cosa accade alla casa?
CON ASSICURAZIONE TCM
Gli eredi ricevono la casa del signor Mario senza dover versare l’importo mancante del mutuo alla banca poiché sarà l’assicurazione a pagare la somma restante del finanziamento alla Banca.
SENZA ASSICURAZIONE TCM
Gli eredi ricevono la casa del Signor Mario ma dovranno accollarsi la parte del Mutuo rimanente diventando loro i nuovi debitori verso la banca per l’importo rimanente.
Funzionamento
Il funzionamento dell’assicurazione TCM è molto semplice poiché permette all’assicurato di scegliere il capitale da dover lasciare agli eredi in caso di prematura Morte e in funzione dell’importo scelto corrispondere un premio assicurativo. A differenza delle polizze Vita standard la polizza TCM corrisponde il capitale scelto ai/al beneficiario, solamente se nel periodo assicurativo avviene il decesso dell’assicurato. Se ciò non avviene nel periodo stabilito, nulla è dovuto dal’assicurazione.
Non c’è un obbligo istituzionale di stipula di una polizza TCM ma, in molti casi, viene caldamente consigliata. Non abbiamo chiarito tutti i tuoi dubbi o hai delle domande specifiche sull’argomento?
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My Life, My Family, My Insurer
Quanto è difficile leggere una scheda di polizza? Molto direbbero non molto ma ne siamo sicuri? Quanti di voi conoscono “l’assicuratese”? Sapreste darmi una definizione di scoperto? Scopriamo insieme cosa è.
Cos’è lo scoperto?
È la parte di risarcimento che l’Assicurato non ottiene dall’Assicurazione ed è quindi a suo carico, esprimibile in percentuale o in cifra. Si stabilisce sulla base dell’entità del danno e proprio per questo motivo non se ne conosce dall’inizio il valore esatto.
Definizione “da manuale”? Proviamo con un esempio a spiegarci meglio
Supponiamo di acquistare una polizza incendio, con un capitale pari a 100.000 euro ed uno scoperto del 10%. A seguito di un incendio subiamo un danno pari a 15.000 euro. L’assicurazione è tenuta a risarcire non i 15 mila euro di danno ma bensì 15.000 meno il 10% del danno ossia 13.500 €.
Ma come sappiamo se all’interno della nostra polizza sono presenti scoperti?
Al momento dell’acquisto, bisogna leggere bene tutta la documentazione allegata e, se necessario, rivolgersi alla propria agenzia di fiducia.
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Siamo davvero sicuri di comprendere ciò che è indicato nelle nostre polizze senza l’aiuto della nostra agenzia di fiducia? Siamo abbastanza padroni del glossario assicurativo
Sapevate che esistono due tipi di franchigia? Franchigia assoluta e relativa? e oggi analizzeremo la seconda.
La franchigia relativa
La franchigia relativa, espressa normalmente in termini percentuali o in cifre, rappresenta la soglia minima per cui l’Assicurazione risarcisce o indennizza il danno all’Assicurato, al di sotto di essa non si percepisce alcun risarcimento ma al di sopra il risarcimento è pieno. La soglia è calcolata sul capitale/massimale. In questo modo sin dall’inizio se ne conosce il valore.
Non è chiaro? Facciamo un esempio
Con una franchigia di 1.000 euro e un danno di 400 euro, il risarcimento sarà interamente a carico dell’assicurato. Invece, nel caso in cui ci fosse un danno da 1.500 euro con una franchigia di 1.000 euro, il risarcimento sarebbe interamente a carico dell’assicurazione.
Come sappiamo se all’interno della nostra polizza sono presenti franchigie?
Al momento dell’acquisto, bisogna leggere bene tutta la documentazione allegata e, se necessario, rivolgersi alla propria agenzia di fiducia.
Hai bisogno di altri chiarimenti? Contattaci ai nostri numeri di telefono o tramite la chat.
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Esistono un sacco di metodi per proteggersi dagli attacchi informatici sui nostri dispositivi ma oggi ci rivolgiamo agli utenti un po’ meno esperti del settore che in poche righe spiegate in maniera semplice vogliono avere una visione generica sui comportamenti da seguire per una buona navigazione in sicurezza.
Sappiamo bene che questi non sono gli unici consigli che una persona dovrebbe seguire ma sono una buona base di partenza per riuscire a navigare più sereni sul web.
Vuoi saperne di più dell’assicurazione contro il cyber risk? Consulta la nostra assicurazione Firewall e scopri se fa al caso tuo!
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State acquistando una polizza e leggendo la scheda di polizza leggete che all’interno della stessa scoprite che sono presenti delle franchigie.
Ma cosa è la franchigia? Prima di darne una definizione è necessario effettuare una distinzione tra franchigia assoluta e franchigia relativa. Oggi ci occuperemo della franchigia assoluta.
LA FRANCHIGIA ASSOLUTA
La franchigia assoluta, espressa normalmente in termini percentuali o in cifre, rappresenta la soglia minima per cui l’Assicurazione risarcisce o indennizza il danno all’Assicurato, al di sotto di essa non si percepisce alcun risarcimento. La soglia è stabilita sul capitale/massimale.
Come funziona il meccanismo della franchigia assoluta?
Supponiamo che l’Assicurato abbia stipulato una polizza infortuni con un massimale di invalidità permanente pari a 100.000 euro con una franchigia del 3%. Successivamente subisce un danno pari al 30% di invalidità permanente (30.000 euro) ma il suo risarcimento sarà pari al 27% (27.000) poiché si sottrae il 3% della franchigia (3.000 euro).
Mentre per i danni che vanno, nel nostro caso, dall’1% al 3% non viene erogato nessun risarcimento.
La franchigia assoluta viene solitamente sottratta dal risarcimento a meno che non si superino certe soglie indicate nella polizza.
Ma come sappiamo se all’interno della nostra polizza sono presenti franchigie?
Al momento dell’acquisto, bisogna leggere bene tutta la documentazione allegata e, se necessario, rivolgersi alla propria agenzia di fiducia.
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